Sinossi sui visti più comuni per entrare negli USA – parte II
Piero Salussolia P.A.
Altra tipologia di visto da investimento è il visto EB-5. Un visto definito “dual intent” in quanto consente di ottenere la Green Card (Permanent Resident Card) e divenire, così, un “LPR”, “Legal Permanent Resident” (l’intento, dunque, è duplice, sia non immigrante che immigrante). E’ scelta del richiedente se avviare una nuova attività imprenditoriale negli USA o ricapitalizzare un’impresa locale in perdita (“Troubled Business”). Ciò che è importante e che l’investimento sia almeno pari a $1,000,000.00 e che crei (e mantenga per i successivi due anni di attività) almeno 10 posti di lavoro a tempo pieno per cittadini americani, LPR (residenti permanenti) o immigrati autorizzati a risiedere negli USA (Programma Base). L’entità dell’investimento scende a $500,000.00, se effettuato in un’area depressa o rurale, c.d. Targeted Employment Area, “TEA” (Programma Pilota). In questo caso, inoltre, l’investimento può essere fatto non soltanto in modo diretto o privato, bensì anche in partnership con un’unità economica chiamata “Regional Center” (“RC”). Le zone depresse sono comprese in un elenco predisposto dall’”United States Citizenship and Immigration Services” (“USCIS”). Non ci sono limiti alla tipologia d’investimento realizzabile ne’ è previsto che l’investitore debba disporre di una particolare qualifica; occorre, però, dimostrare la legittima provenienza dei capitali che si intendono investire. Una volta concesso, il visto EB-5 riconosce, per i primi due anni, lo status di “Conditional Permanent Resident” (“CPR”). Trascorso questo periodo iniziale, l’investitore dovrà presentare richiesta per la rimozione delle condizioni, dimostrando che l’investimento è stato effettuato nel suo intero ammontare e che sono stati creati (e mantenuti) i posti di lavoro previsti. Se tale richiesta viene approvata, la condizione verrà rimossa e l’investitore otterrà la residenza permanente per dieci anni. Inoltre, decorsi cinque anni dal rilascio della Green Card originaria, potrà essere avviata la procedura per il riconoscimento della cittadinanza americana.
Un’altra tipologia di visto molto diffusa è l’H1-B (Impiego temporaneo per “Personale Altamente Specializzato”). Viene concesso a chi sia in possesso di qualifiche accademiche negli Stati Uniti o all’estero, che abbia un’offerta di lavoro da parte di un’azienda americana per essere impiegato in una “specialty occupation” (così, come definite dall’“Immigration and Nationality Act”) e che percepisca uno stipendio equivalente almeno alla “Prevailing Wage”, ossia la tariffa salariale minima determinata dal Dipartimento del Lavoro per quella determinata professione. Esempi di “special occupations” sono Architettura, Legge, Ingegneria, Medicina, Fisica, Matematica, ecc. Il richiedente deve possedere una laurea americana quadriennale (“Bachelor Degree”), o una laurea equivalente conferita da un’istituzione estera riconosciuta; oppure deve essere persona di “distinto merito e abilità”, in possesso di un’esperienza professionale rilevante ai fini della posizione ricercata. Ogni anno fiscale (che negli Stati Uniti ha inizio il primo ottobre di ciascun anno) vengono rilasciati fino ad un massimo di 65.000 visti H1-B; la richiesta del visto può essere presentata fino a sei mesi prima, ossia, dal primo aprile di ciascun anno. Detto visto è normalmente rilasciato per la durata di tre anni ed è rinnovabile fino a un periodo complessivo di sei anni. A quel punto, è possibile fare domanda per la Green Card (il che qualifica questo visto come “dual intent”) solo dopo l’approvazione di una certificazione permanente da parte del Dipartimento del Lavoro (Permanent Labor Certification, “PLC”), che deve essere richiesta dal datore di lavoro.
Per le persone che possono vantare eccezionali abilità, esiste il visto O-1 “Persone dalle capacità straordinarie”, riservato, per l’appunto, a soggetti dotati di straordinaria abilità nel campo scientifico, artistico, dell’educazione/istruzione, del commercio, atletico, cinematografico o televisivo, che abbiano ricevuto un’offerta di lavoro negli Stati Uniti. Il candidato deve dimostrare un’acclamata fama nazionale o internazionale per le sue capacità straordinarie, e di recarsi temporaneamente negli USA per perseguire dette straordinarie capacità. E’ richiesta un’offerta di lavoro che sia inerente alla propria area di capacità straordinaria, viene concesso per un periodo iniziale massimo di tre anni, dopodiché può essere rinnovato per periodi di un anno alla volta. Il visto O-1A si riferisce a persone con straordinaria abilità nel settore scientifico, dell’istruzione, imprenditoriale o atletico; il visto O- 1B, invece, si riferisce a persone con abilità eccezionali in campo artistico, cinematografico e televisivo. Per certi versi il visto O-1 è più appetibile del visto H-1B, in quanto può essere richiesto per un qualsiasi tipo d’impiego, non prevede il possesso di una laurea, non ci sono limiti al numero annuale di visti O-1 rilasciabili; inoltre, non è richiesta la c.d. “Prevailing Wage Determination” ossia, la determinazione dello stipendio minimo a cura del Dipartimento del Lavoro. Certo è che occorre dare prova di aver ottenuto uno straordinario successo nell’ambito di riferimento, certificato da riconoscimenti e/o premi di livello nazionale ed internazionale. Da ultimo, anche il visto O-1 permette il c.d. doppio intento, dato che il possessore dello stesso può legalmente cercare di ottenere la Green Card durante il periodo di validità del visto.
Altra tipologia di visto molto interessante è il visto L-1 (Personale trasferito all’interno di una stessa azienda). Tale visto riguarda il trasferimento “intra-company” di manager e dipendenti specializzati e si rivolge ad aziende che operano negli USA e all’estero e che hanno la necessità di trasferire manager (L-1 A) o personale specializzato (L-1 B) da una sede all’altra. Il datore di lavoro statunitense deve avere un rapporto con una società estera (società controllante, filiale, società controllata o affiliata, indicate collettivamente come “organizzazioni qualificanti”) e deve condurre affari negli Stati Uniti e in almeno un altro paese, direttamente o attraverso una “organizzazione qualificante” per tutta la durata del soggiorno del beneficiario negli Stati uniti. E’ necessario, inoltre, che il futuro dipendente abbia lavorato per una “organizzazione qualificante” all’estero in maniera continuativa per almeno un anno nell’arco dei tre anni immediatamente precedenti la richiesta del visto, e che entri negli USA per fornire servizi alla società succursale, affiliata o consociata negli USA con mansioni manageriali, direttive o altamente specializzate. Questo visto viene concesso per un periodo massimo di tre anni, con possibilità di rinnovi biennali sino ad un massimo totale di permanenza negli USA di sette anni. E’, forse, la tipologia di visto più diretta per l’ottenimento della residenza permanente (Green Card), il che vuol dire che anche questo visto su qualifica come “dual intent”.
Coloro i quali fossero interessati, poi, a partecipare ad un programma di scambio culturale di tipo lavorativo o accademico negli USA, possono fare riferimento al visto J1, “Programma di scambio culturale”; visto di categoria non immigrante (il che implica che al completamento del programma occorrerà fare rientro nella propria nazione di origine), il cui scopo è quello di promuovere gli intercambi culturali tra gli Stati Uniti e le nazioni dalle quali provengono i fruitori del visto (c.d. exchange visitors). Attualmente sono previsti 14 diversi programmi di formazione, finalizzati a consentire ai partecipanti (professionisti stranieri con conoscenze e peculiari capacità nel campo dell’istruzione, delle arti e delle scienze) di ottenere una formazione specifica nel settore professionale prescelto. Tali programmi comprendono, ad esempio, quelli di Au Pair (Baby Sitter), Government Visitors (Visitanti del Governo), Intern (Stagisti), Trainee (Tirocinanti), Teacher (Insegnante di scuola primaria o secondaria), Professor and Research Scholar (Professori e Ricercatori), Physician (Medici), ecc. Tale visto, che generalmente viene concesso per un periodo massimo di 18 mesi (12 mesi negli ambiti di Hospitality e Tourism), consente di lavorare, seppur con regole particolari, che sono diverse a seconda del programma scelto. Nella maggior parte dei casi, ai fini dell’ottenimento dello stesso, sarà necessario avere uno sponsor e un datore di lavoro (Host Company), oltre che una laurea, eventuale esperienza lavorativa nel settore e una solida conoscenza, parlata e scritta, della lingua inglese.
Nel caso, infine, in cui s’intenda immigrare stabilmente negli Stati Uniti, è necessario ottenere la residenza permanente (Green Card) e divenire, così, un LPR. Sono diverse le modalità per ottenere tale status. La maggior parte dei soggetti ottiene la Green Card tramite domande di ricongiungimento familiare o attraverso un’offerta di lavoro a tempo indeterminato. L’“Immigration and Nationality Act” classifica i suddetti legami familiari secondo i diversi gradi di parentela, e i tempi necessari per l’ottenimento della Green Card variano in dipendenza di tale grado di parentela. I requisiti necessari per la seconda opzione, invece, variano notevolmente da caso a caso e la procedura da seguire può essere suddivisa in due fasi: la prima da effettuarsi con il Dipartimento del Lavoro, “Department of Labor” (l’equivalente dell’Ispettorato del Lavoro italiano), e la seconda con l’ufficio immigrazione. I tempi necessari in questo caso sono relativamente lunghi e di media richiedono dai diciotto ai ventiquattro mesi. Da ultimo, per chi si sente fortunato, vi è la “Lotteria per la Green Card”, ufficialmente “Diversity Visa Lottery Program”. Tale programma (riservato a chi è nato in paesi con una bassa quota d’immigrazione negli USA) non è altro che un’estrazione annuale, organizzata dal Dipartimento di Stato degli USA, con cui vengono messe “in palio” 55.000 Green Card. Ai fortunati vincitori della Lotteria è concessa la possibilità, previa dimostrazione della sussistenza dei requisiti necessari per partecipare al programma (essere in possesso di un diploma di scuola media superiore o di un suo equivalente, che certifichi, quindi, un percorso di studi di almeno 12 anni; ovvero, avere svolto, per almeno due anni nel corso degli ultimi cinque, una professione specifica) di divenire residenti permanenti e conseguentemente vivere e lavorare legalmente negli Stati Uniti, con l’ulteriore beneficio di poter portare nel Paese il proprio coniuge e i figli che non abbiano superato i ventuno anni di età. Il periodo di applicazione annuale alla Lotteria è in ottobre e dura circa un mese, e non è possibile correggere eventuali errori di compilazione; inoltre, la domanda ricevuta prima o dopo le date indicate non sarà presa in considerazione.
Il sistema legislativo americano in materia d’immigrazione è molto complesso e soggetto a continue modifiche da parte del Governo. Considerato quanto sopra, è, pertanto, sempre raccomandabile rivolgersi ad un esperto del settore, al fine di individuare il tipo di visto che meglio si addice alla vostre esigenze e alle vostre possibilità di ottenimento dello stesso.
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Founded in 1994 by Piero Salussolia, Piero Salussolia P.A. provides specialized, dedicated service to an international clientele on International and Domestic Tax and Estate Planning, Real Estate and Corporate Law, Intellectual Property, Commercial and Civil Law.
Born in Alice Castello, Italy, Piero Salussolia has been practicing law in the United States and is a member of the Florida since 1985 and California Bars since 1984. Piero Salussolia was a member of the Florida Tax Section (where he served as Vice Chairman of the Foreign Tax Committee from 1989 to 1992) and the Florida International Law Section. Piero Salussolia was a founder of the Italy-American Chamber of Commerce, South East Chapter, where he served as Executive Vice President. Piero Salussolia graduated from the Universitá Degli Studi, Turin, Italy, with a doctorate degree in Political Science. He received his Master’s degree in Political Science from San Francisco State University, his Juris Doctor from the University of San Francisco and his Master in Taxation from New York University. He started his legal career with a prominent Miami law firm and subsequently joined the local office of a leading worldwide firm where he became an international partner concentrating in International Tax Law. For his services to the Italian community, Piero Salussolia has been knighted by the Italian Republic. Piero Salussolia is fluent in Italian, Spanish and French.
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Perchè investire a Malta.
Dott. Raffaele Piu
Elementi fondamentali.
I 15 buoni motivi per i quali investire e acquistare immobili a Malta:
- Il clima di questa isola mediterranea è estremamente favorevole, ha un’estate che va da Aprile ad Ottobre ed un inverno breve con temperature invernali che oscillano intorno ai 15/17 gradi.
- A Malta si gode di una grande serenità, vista l’assenza di qualunque situazione di malavita. La popolazione offre l’ospitalità tipica di un paese mediterraneo ma con un’efficienza anglosassone.
- Ha stabilità economica e un basso indebitamento ( 65% del P. I. L.) ed un’elevata liquidità bancaria ( 250 volte il P. I. L. ), non conosce crisi economica e ha una bassissima disoccupazione.
- Malta dispone di un’eccellente infrastruttura ICT (Information and Communication Technology). È considerata la Smart Island, gode di una posizione geografica strategica ed è il primo avamposto europeo della rete globale “SmartCity” vale a dire polo economico-commerciale di incontro tra tre culture economiche: Europea, Nord Africana e Medio Orientale.
- Malta è ottimamente collegata con tutti i principali aeroporti internazionali con voli a basso costo ed ha ottimi collegamenti via mare.
- È un paese in pieno sviluppo con elevata stabilità politica.
- Il paese conta una presenza annua di oltre 2 milioni e 200 mila turisti che, fanno del settore turismo un importantissimo elemento dell’economia.
- Il settore Immobiliare è in costante crescita e rappresenta una voce fondamentale del P.I.L. del paese. Nel 2013 il prezzo medio degli immobili è aumento del 6/7%. La crescita del settore immobiliare è data dall’alta redditività degli immobili e dall’assenza totale di tasse sulla proprietà immobiliare.
- Malta dal 2004 fa parte della Comunità Economica Europea e dal 2008 ha adottato l’euro come moneta.
- Malta è diventata un centro finanziario ed economico che di anno in anno sta aumentando la sua importanza attirando importanti investimenti stranieri grazie al suo favorevole sistema fiscale e al suo sistema organizzativo con poche regole certe e chiare.
- La lingua ufficiale è l’Inglese ma l’Italiano è parlato perfettamente da circa il 70 % della popolazione.
- La burocrazia è minima, poche e chiare regole rendono la vita dei cittadini e delle aziende molto semplice.
- Malta ha un sistema sanitario tra i migliori al mondo.
- A Malta c’è un facile e snello accesso al credito con possibilità per uno straniero di finanziare l’acquisto di un immobile fino al 70 % del suo valore.
A Malta si vive uno stile di vita sereno, piacevole e divertente nel quale ci si integra immediatamente. Tutto ciò fa di questo luogo un posto ideale dove vivere, lavorare ed investire comprando una casa.
Ecco i Paesi dove i prezzi delle case sono cresciuti di più e dove hanno registrato il calo maggiore:
Top 10 dei maggiori incrementi
Paese | % Incremento |
---|---|
Turchia | 13.9 % |
Nuova Zelanda | 11.2 % |
Canada | 10.0 % |
Cile | 9.4 % |
Svezia | 8.9 % |
Malta | 8.8 % |
Austria | 8.1 % |
Islanda | 8.1 % |
Messico | 8.0 % |
Germania | 7.9 % |
Top 10 delle maggiori flessioni
Paese | % Flessione |
---|---|
Taiwan | -9.4 % |
Ucraina | -9.2 % |
Hong Kong | -8.1 % |
Marocco | -3.6 % |
Grecia | -2.9 % |
Singapore | -2.4 % |
Cipro | -1.6 % |
Italia | -1.2 % |
Brasile | -0.7 % |
Giappone | -0.3 % |
Secondo il consueto “Global price index” di Knight Frank i prezzi delle case nel mondo sono cresciuti del 4% nel primo semestre dell’anno. Ma l’andamento è diverso da Paese a Paese. Nella top ten troviamo la Turchia, dove i valori hanno registrato un incremento del 13,9%, seguita dalla Nuova Zelanda (11,2%) e dal Canada (10%). L’Italia si piazza invece nella classifica dei maggiori cali, con una flessione dell’1,2%.
E’ la Turchia a guidare la classifica degli incrementi maggiori, ma i valori sono valutati al lordo dell’inflazione. Al netto dell’inflazione, a guidare la hit sarebbe la Nuova Zelanda con un +11% annuo netto di crescita, mentre la Turchia sarebbe in tredicesima posizione con +7%. Ai posti più bassi della classifica troviamo i paesi asiatici che stanno scontando gli effetti di correzione dove i forti incrementi degli anni passati.
Le recenti Olimpiadi non sono state un input sufficiente a far crescere i prezzi in Brasile, mentre l’Italia resta fanalino di coda con una flessione dell’1,2%. Secondo Knight Frank i risultati del I semestre 2016 non sono molto dissimili da quelli riscontrati negli ultimi due anni. Si può quindi dire che stiamo assistendo ad un proseguimento del trend in corso.
Historical Townhouse, la valletta – Malta
REPUBBLICA DOMINICANA
AFFARI DEL MESE
Villa selene, Lido di Camaiore – Italia
Villa la leccia, monte pitoro – Italia
Catherine place, west end – londra
The World before us.
Fred Peters
Listening to debates about globalization always makes me think of the Bruce Springsteen song “My Hometown.” Bruce sings “Foreman says these jobs are goin’, boys, and they ain’t comin’ back.” Fear or resentment towards the global economy will not put the toothpaste back in the tube. Standards of living are so much higher in the U.S. than in third world countries, and the voices of workers so much stronger, that there will not in the foreseeable future be a time when it is cheaper to manufacture most goods and machinery here than in Mexico or Asia. Sadly, the Rust Belt is rusty for a reason.
For us in New York real estate, global demand has been both a blessing and a curse. The demand from foreign buyers sparked our market in the wake of the last recession and drove it through 2014. Enormous condominium properties experienced dizzying prices per square foot, and those high-end sales trickled down into prices for both co-ops and smaller condo units. This in turn priced many individuals and families out of the Manhattan marketplace, while at the same time giving sellers a considerable sense of control.
One of the problems with globalization, however, is that everything affects everything else. So even if there is recovery (albeit slow) in our economy, overseas events matter. A cheaper euro means less incentive for European buyers to purchase here. Same with the British pound. A slowing Russian economy, led by a punitive demagogue, leads to wealthy Russians who are afraid to expatriate their rubles. Chinese buyers too face increasing difficulty getting money out of their country, which is in the midst of a huge economic re-set as the government tries to figure out how much it should prop up both the currency and economic growth.
In our marketplace today, no longer fueled by foreign demand, that ultra high-end of the condominium market, in which giant units sold for $85 million or $90 million a few years back, finds itself oversaturated and short on buyers. As of October 1, there are about 75 residences for sale in Manhattan for over $30 million. Considering how rich you have to be to consider buying one of those, there is what can only be described as a limited pool of buyers (especially once you eliminate those people who already bought one!)
Fortunately, developers, who control much of this super-expensive product, follow the market. They want to make their best deal and move on. The challenge in the marketplace today rests more with individual owners who are reluctant to accept that last year’s prices are no longer achievable today. The gung-ho buyers of five years ago have mostly hit “Pause.” In this difficult global environment, hedge funders face diminishing returns and escalating withdrawals. IPOs are slow and banks are increasingly hobbled by regulation. Oil costs less than at any time in recent memory. It’s not an easy time to make the kind of money required to buy a New York apartment at 2015 prices. And it’s an election year, with one of the most contentious campaigns in living memory creating even more anxiety in the general population.
No one ever knows what will happen next. That said, historical experience suggests that, once the election is resolved and assuming our economy continues on its growth trajectory, however slow, our market will stabilize and experience an increase in activity. Not necessarily escalating prices, but buyers who, in larger numbers, feel comfortable making the substantial commitment a real estate purchase requires. Which means two things: first, that January should see an uptick in sales, and second, that the next two months should provide an opportunity for buyers who will buck the trend and transact now.